Sono in salsa agrodolce i dati di traffico del 2020 del porto di Anversa: se da un lato infatti si è registrato un lieve calo del tonnellaggio complessivo movimentato, nell’ordine del 3,1% imputabile in via principale all’emergenza sanitaria, dall’altro lo scalo tedesco ha toccato il record per quanto riguarda il traffico containerizzato, che ha superato per la prima volta quota 12 milioni di TEUs guadagnando un +1,3% sul 2019.
A soffrire più degli altri segmenti le tensioni commerciali e la crisi pandemica è stato il segmento break bulk, in calo del 16%, ma analoghi andamenti si sono registrati anche per quanto riguarda l’acciaio, i ro-ro (-9,4%), il traffico di veicoli nuovi (-21,5%) e usati (-22,5%). Nelle rinfuse secche il calo è stato nell’ordine del 17%, dovuto prevalentemente alla crescente offerta di energia ‘green’ e quindi alla ridotta domanda per materie prime come il carbone. Le rinfuse liquide hanno fatto segnare un -4,2%, non è andata meglio con i prodotti chimici (-8,9%), mentre il mercato dei derivati del petrolio, dopo un crollo iniziale, ha chiuso il 2020 in crescita del 3,4%.
Nel corso dell’anno sono state ben 13.655 le navi che hanno fatto scalo ad Anversa, il 5,1% in meno rispetto al 2019 con una stazza complessiva diminuita del 5,2%. “Nonostante la crisi, il porto ha compiuto passi avanti in materia di sostenibilità ambientale e conferma il suo piano aziendale basato sui concetti di crescita sostenibile, transizione energetica e resilienza”.