L’indagine sui trasporti internazionali di merci appena pubblicata dalla Banca d’Italia rivela che la bilancia dei pagamenti dell’Italia ha registrato nel 2018 un deficit dei trasporti mercantili di 5,5 miliardi di euro, in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente. Il miglioramento è dovuto alla riduzione del disavanzo nel settore navale, determinato dalla contrazione dei costi del trasporto e dalla lieve ripresa della quota di mercato dei vettori residenti. Ha continuato a ridursi l’incidenza dei costi di trasporto, che nel 2018 è stata pari, rispettivamente, al 3,0 e al 3,9% del valore delle merci esportate e importate (escludendo quelle movimentate tramite condotte).
Nel 2018 i costi medi del trasporto stradale sono rimasti stabili, anche se con una significativa eterogeneità in base al paese di origine o alla provenienza delle merci. Nel trasporto ferroviario sono invece cresciuti, in particolare nel settore container, ma rimanendo su livelli storicamente bassi. Nel trasporto aereo l’incremento dei costi medi è stato significativo, soprattutto per le esportazioni, in relazione al buon andamento della domanda. Nel settore marittimo si è registrata una complessiva riduzione dei costi, a causa sia dell’apprezzamento del tasso di cambio euro/dollaro (i noli navali sono generalmente pagati in dollari), sia del rallentamento del commercio mondiale. Quest’ultimo fattore ha inciso solo nella seconda metà dell’anno e non sembra aver interessato i mercati di nicchia, come i trasporti di prodotti chimici e quelli ro-ro (merci rotabili), che hanno invece registrato un aumento dei costi nel 2018.
In Italia la nave nel complesso è la modalità di trasporto principale se si considerano i volumi importati ed esportati (53%, contro il 27% della strada e il 12% complessivo della ferrovia), ma dal punto di vista dei valori la sua incidenza scende al 27%, contro il 47% della strada e il 14% della ferrovia. L’aereo registra un peso significativo solo sul valore dell’interscambio, l’11%, mentre per le condotte (importazioni di gas metano) vale il contrario (9% delle quantità). Rispetto all’inizio delle serie storiche disponibili (1999), si sono ridotte le incidenze della ferrovia, dei gasdotti e del comparto marittimo, ma con l’importante eccezione della nave container; è quindi diminuito il peso delle materie prime nell’ambito degli scambi con l’estero. Di converso, è aumentata la rilevanza dei trasporti stradali.