Al via lo studio propedeutico per l'allargamento della Darsena di Levante di Napoli, dove non prima dei prossimi cinque anni dovrebbe essere realizzato un nuovo terminal container. Pur trattandosi, per la precisione, di progettazione, fattibilità tecnico-economica e indagini propedeutiche, si tratta di un passo importante per realizzare effettivamente il terminal che al porto campano serve. Grande, da uno o due milioni di teu di capacità di movimentazione annua, e soprattutto con moduli ferroviari da 750 metri, elemento imprescindibile per la competitività del cargo ferroviario.
Lo Stato ha dato il via libera a circa 2 milioni di fondi per lo studio di fattibilità (risorse analoghe per opere prioriarie che hanno ricevuto anche i sistemi portuali di Livorno e Genova), che si vanno ad aggiungere ai circa 5 milioni di risorse dell'Autorità di sistema portuale del Tirreno centrale, per un totale di oltre 7 milioni. «Saranno analisi propedeutiche per capire le modalità di espansione del terminal di Levante. Con questo finanziamento ci sono tutte le condizioni per studiare come allargare il futuro terminal container», spiega il presidente dell'authority, Pietro Spirito.
Il terminal di Levante è in costruzione da decenni, caratterizzati da bandi, assegnazioni, blocchi e stralci dei cantieri. Con l'avvio dei dragaggi, ad ottobre 2017, le cose sono cambiate e la raccolta dei sedimenti dei fondali ha permesso di tombare le banchine, avviando così una concreta fase di costruzione, quella delle fondamenta. I dragaggi sono terminati, e con essi il tombamento orientale del porto di Napoli. Il prossimo passo sarà la realizzazione dei prefabbricati degli uffici e l'installazione delle gru, ship to shore e di piazzale. A quel punto, il terminal container sarà pronto per essere affidato a un'impresa. Come ha precisato Spirito tempo fa, ci vorranno perlomeno altri cinque anni per arrivare a tutto ciò, e questa previsione è stata fatta prima dello scoppio della pandemia mondiale di Coronavirus.