A partire da fine giugno il commercio mondiale ha reagito con un forte rimbalzo al lockdown mondiale, riportando alcuni indicatori oltre le attese e spingendo l'ottimismo degli analisti. Discorso inverso per il PIL mondiale, che invece è crollato in misura maggiore. Questa apparente stabilità del commercio è precaria: è sufficiente un altro lockdown generale, o a macchia di leopardo in mercati strategici, per rimettere tutto in discussione.
L'ultimo bollettino della World Trade Organization è complesso, il primo della storia ad essere così sfaccettato e incerto. È cresciuto il commercio di prodotti elettronici (+2% a giugno), è esploso quello dei prodotti sanitari mentre è crollato quello automobilistico (-70% ad aprile). Il contesto resta quello di profonda crisi: il WTO prevede per il 2020 una flessione del 9,2 per cento del commercio mondiale. La buona notizia, quindi, è che il calo a doppia cifra previsto per il 2020, pari a quasi il 13 per cento, non dovrebbe concretizzarti, anche se la ripresa del 2021 (+7,2%) sarà ampiamente al di sotto dei livelli pre-lockdown. In ogni caso, giugno e luglio sono stati mesi di forte ripresa.